… E ALLORA IO COSA DOVREI DIRE?

Quante volte, quando si cerca di spiegare a qualcuno una difficoltà o una sensazione di malessere ci sentiamo rispondere: e allora io cosa dovrei dire? E allora chi ha vissuto eventi tragici, o in posti terribili… cosa dovrebbe dire?
Se qualcuno lamenta un disagio per una situazione che sta vivendo, non vuol dire che stia descrivendo necessariamente il peggiore dolore che esista. Significa semplicemente che in quel momento ha bisogno di lamentarsi, di essere ascoltato e compreso, per condividere uno stato d’animo o una difficoltà.

Non sarà invece che dietro all’espressione “allora io che dovrei dire” c’è un dolore non ascoltato, ancora fresco, non superato, poco riconosciuto?

Si creano allora dei meccanismi che attivano una vera e propria gara per il riconoscimento di chi ha sofferto di più, con la richiesta implicita di essere compresi, a volte compatiti, sicuramente giustificati, pretendendo di poter stabilire se qualcun altro abbia il diritto di lamentarsi oppure no.

Altre volte invece si fa proprio difficoltà a dare alle questioni che ci vengono raccontate lo stesso peso che gli attribuisce chi le vive in prima persona. Del resto ciascuno di noi giudica in base ai propri vissuti e alla propria sensibilità….

Troppo spesso si fa fatica ad ascoltare e si sminuisce il malessere dell’altro, mostrando anche una certa insofferenza. Tutto ciò rende difficile trovare qualcuno che sia realmente disposto a dedicare all’ascolto degli altri un po’ del suo tempo.