CHIEDIAMO SCUSA AI NOSTRI FIGLI
Volevo chiedere scusa ai miei figli, ai nostri ragazzi, per aver sottovalutato le conseguenze che le misure di sicurezza adottate hanno comportato, per il distanziamento sociale che vi abbiamo imposto.
Nell’intento di proteggervi abbiamo creato una prigione, confortevole, sicura, ma sempre una prigione.
Vi abbiamo stravolto la vita sociale, privandovi del contatto con gli amici e fidanzati, il bene più prezioso, ai bambini abbiamo tolto il gioco con i compagni (emblematica l’immagine sui social di un bambino che si avvicina al parco e non può accedere perché c’è il segnale di pericolo).
Vi abbiamo tolto la scuola, privandovi dello stimolo al confronto, della socializzazione, dell’interazione, di un luogo denso di forti esperienze emotive, aspetti indispensabili per poter trasmettere ed apprendere qualsiasi forma di didattica, lasciandovi soli, in compagnia delle sole nozioni.
Abbiamo multato ragazzi seduti su una panchina a mangiare patatine, o fidanzati che si abbracciavano dopo tanto tempo, abbiamo allontanato bambini dall’altalena vuota di un parco, mandando dei messaggi fortemente contraddittori rispetto ad una normalità che all’improvviso abbiamo combattuto con metodi anche violenti.
Cosa ancora più grave, nessuno vi ha chiesto scusa.
Molto spesso infatti, all’energia impiegata per imporre le nuove regole non ha corrisposto altrettanta consapevolezza degli effetti invisibili che su di loro avrebbero avuto e stanno avendo queste privazioni.
A questo possiamo e dobbiamo rimediare, lavorando perché il ritorno alla normalità vada di pari passo con nuovi e forti stimoli per recuperare il tempo perduto, riportando la socialità al centro dei bisogni di bambini e ragazzi. Sarebbe terribile ed imperdonabile pensare ad una “nuova normalità” fatta di limiti che diventano stili di vita, ai quali qualcuno è portato ad assuefarsi con troppa facilità.
Credo che il regalo più grande che possiamo fare ai nostri figli sia quello di creare le condizioni che permettano di riprendere la loro vecchia e sana normalità, pur consapevoli della presenza di qualche rischio, lasciando a noi adulti le ansie e le paure che inevitabilmente ogni genitore ha ogni volta che il proprio figlio si avventura da solo fuori casa, fuori dal nostro controllo.
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