LUI NON LO SA E VOLA LO STESSO
“La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso!” Inizia così il film “Tutto il mio folle amore”.
Esiste una fase della vita di una persona, intorno ai 2 o 3 anni, in cui il pensiero viene definito “magico”. Infatti per un bambino di quell’età tutto il mondo è pervaso dalla magia: quando si crede che si riesca a volare semplicemente credendolo possibile, dove basta avere una buona dose di forza di volontà ed una polverina magica e si può realizzare ogni cosa.
Al contrario, credere che un obiettivo sia impossibile da realizzare ci fa desistere dal provarci, così quella cosa diventa impossibile proprio perché non si è tentato affatto.
In una situazione di calamità come quella che stiamo vivendo, ci troviamo costretti a dover fare delle rinunce, ma anche ad affrontare situazioni che solo pochi giorni prima credevamo impossibili.
Stiamo scoprendo un po’ tutti, ognuno a suo modo e con i propri limiti, la nostra resilienza, ossia la capacità di adattarci e di reagire a situazioni critiche e spesso traumatiche. Ciò non vuol dire che una persona non viva le difficoltà o le angosce, o non senta la tristezza e il dolore emotivo, oppure non si senta vulnerabile e bisognosa di affetto o di vicinanza emotiva e fisica.
Nessuno pretende di fare le stesse cose come niente fosse, ma di farle il meglio possibile per come è possibile ingegnarsi, scoprendo così qualità e doti che non si pensava di possedere. Se non posso evitare la situazione, posso imparare ad affrontarla.
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