QUANTA VERITA’ SIAMO IN GRADO DI TOLLERARE?
Chi desidera comprendere a fondo l’essenza delle cose deve porsi una domanda prima di ogni altra: “quanta verità sono in grado di tollerare ?” (I. Yalom)
Quante volte ci siamo trovati a dover difendere una tesi che si pensava fosse così evidente da non meritare più di tanta attenzione… Ed invece ci si trova a dover sostenere un confronto ben più impegnativo del previsto, facendo anche una certa difficoltà ad organizzare delle argomentazioni che pensavamo non fossero necessarie.
Ci si accorge allora di quanto, a volte, certe idee, certe “verità” vengano difese con una tale intensità che non può essere spiegata esclusivamente dal livello culturale di ciascuno, dalle proprie esperienze o dai personali convincimenti su certe questioni. Ci deve essere sicuramente dell’altro.
Quanto la verità che ci siamo costruiti è utile a mantenere un nostro equilibrio? E se scoprissimo che ce ne sono anche altre, quanti aspetti che ci toccano direttamente dovremmo mettere in discussione? Ogni volta che ci si trova di fronte a questa opportunità, si attivano dei meccanismi di difesa che creano una sorta di corazza, capace di resistere alle incursioni esterne di chi propone delle verità che vengono percepite come una minaccia.
In effetti si tenta di proteggere quell’insieme di fragili certezze che sono state costruite nel tempo e sulle quali si basano alcuni aspetti importanti del proprio pensiero, del modo di relazionarsi con il prossimo, delle scelte che si fanno ogni giorno, del giudizio che si da sugli altri e di quello che si pensa di ricevere. È in effetti il regno dei luoghi comuni, delle verità a scatola chiusa, delle versioni più rassicuranti alle quali si da credito per non affrontare una realtà molto più variegata, a volte ostile e comunque diversa da quella che ci siamo ritagliati.
Quando si percepisce che qualcosa può minacciare questo equilibrio, ci si trova per un attimo di fronte ad una scelta: da un lato le rassicuranti certezze che si è deciso di accettare, dall’altro una realtà che può aprire una breccia e costringere a mettere in discussione se stessi e una parte dei legami con il mondo esterno. Una scelta difficile, che può generare delle reazioni tanto più energiche quanto più si è impreparati ad accogliere il cambiamento che si affaccia impertinente.
Del resto per fare un passo avanti bisogna perdere, anche solo per un po’, l’equilibrio.
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