LA FOTOGRAFIA: un contenitore di ricordi ed emozioni
“Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più ripetersi esistenzialmente.” Roland Barthes
Si dice che un’immagine vale più di mille parole. Guardando una vecchia foto, subito veniamo riportati nel passato a rivivere quel momento, in po’ come quando si sente un profumo familiare che evoca quella vacanza, quell’estate o una persona cara, speciale.
Le fotografie sono delle immagini riflesse dei nostri cuori, ci fanno superare le barriere del tempo, possiamo sorridere o diventare pensierosi: in pochi secondi la mente si lascia andare in un viaggio nei ricordi attivando emozioni le più disparate. Spesso sono foto di famiglia, di persone o animali che hanno avuto un ruolo ed un valore significativo nella nostra vita, foto di bambini piccoli ora cresciuti, di nonni, parenti ora non più tra noi… Ricordi e nostalgia partono dal cuore, passano per la pancia ed arrivano agli occhi, generando magari qualche lacrima.. “bei tempi…!” Bei ricordi…!”.
Spesso il valore di alcune immagini si rafforza con il tempo, perché solo la maturità porta ad apprezzare certi momenti trascorsi e certe situazioni che hanno dato un’impronta alla nostra vita e di cui all’epoca non abbiamo colto il significato fino in fondo. Il nostro inconscio contribuisce così a determinare il significato della foto che è il frutto di un percorso personale, sociale e culturale che ci porta ad associare a quell’immagine determinate emozioni.
Il tempo si ferma e rimane congelato su un foglio, come un resoconto permanente di un momento speciale, con storie da raccontare, segreti da condividere e memorie da rivelare.
Le foto che ci rappresentano sono anche dei “punti di partenza” che se viste con occhi critici ci insegnano molto su noi stessi, sui nostri sentimenti e sulle nostre aspettative, perché uno scatto conferisce forma e struttura ai nostri più profondi stati emozionali, crea connessioni continue tra la parte cognitiva e quella dei sensi, tra la parte di noi consapevole, quella inconscia e quella visibile agli altri. Se lo vogliamo, possiamo quindi cogliere l’occasione per esplorare quelle parti più profonde che solo noi possiamo cogliere…
In questo modo è possibile creare un ponte tra passato e presente, che non solo ci permette di capire da dove veniamo, ma ci mette anche a disposizione le chiavi di lettura della nostra storia che possiamo osservare come fossimo spettatori esterni, mostrandoci il percorso che stiamo compiendo e di cui a volte non siamo del tutto consapevoli.
Speak out
No Comments
Leave a comment