NON E’ COLPA MIA
Quante volte abbiamo detto o sentito questa frase, che esprime una diffusa modalità di attribuire a qualcun altro delle responsabilità, evitando anche di dover capire come sono andati realmente determinati fatti…
In effetti sembra che in molti contesti l’obiettivo più importante sia quello di individuare qualcuno o qualcosa che rappresenti il capro espiatorio per sfogare indignazione e rabbia, dando vita ad una gara a chi ha meno responsabilità… il tutto a scapito della curiosità e del coraggio di comprendere veramente le cose.
Questa modalità è così diffusa che nessun contesto ne è immune: dalla medicina dove spesso prevale una visione parcellizzata che porta il medico a curare “il suo organo” e non è colpa sua se qualcos’altro non funziona, alla politica dove le energie spesso si convogliano sulla ricerca dei responsabili di qualcosa più che sulle soluzioni praticabili, fino agli eventi naturali per i quali è oramai necessario individuare dei comportamenti sbagliati all’origine delle calamità, magari per non ammettere di aver sottovalutato le forze della natura…
Da cosa nasce il bisogno di trovare un colpevole?
Da un lato il ribadire di non avere colpa di qualcosa esonera da qualsiasi ruolo attivo nel trovare una soluzione, inoltre assumersi delle responsabilità può significare provare vergogna, o quantomeno imbarazzo, mettendo a repentaglio la propria autostima.
Si sarebbe infatti costretti a prendere atto delle proprie debolezze e quindi a mettere in dubbio il proprio senso di autoefficacia, che a volte cela un sottostante desiderio di perfezione.
In effetti si tende sempre più ad evitare occasioni di autocritica, così come si rifuggono le occasioni per mettersi in gioco proponendo soluzioni che vadano oltre un approccio superficiale alle questioni: fare proposte significa poter essere criticati, doversi confrontare, sperimentare di non poter avere sempre ragione su tutto, magari essere visti con occhio diverso da parte degli altri…
Ma significa anche crescere, porsi dei dubbi e riflettere, essere disposti a cambiare idea e a mettere in discussione qualcosa di noi, in estrema sintesi accettare un po’ di verità in più rispetto a quanto abbiamo fatto finora…
Per fare questo è necessario avere la forza di porsi al di sopra del comune modo di affrontare le cose, consapevoli del fatto che solo riconoscere una responsabilità o un errore porta al cambiamento, e solo il cambiamento porta alla crescita, anche a rischio di sembrare magari un po’ strani…!
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