TRA DOVERI E “DOVER ESSERE”

I “doveri” iniziano fin da quando siamo bambini.

Non devi piangere, non devi esternare emozioni, devi essere grato ai tuoi genitori, devi essere all’altezza delle loro aspettative, a scuola devi essere il primo della classe, disciplinato, non devi sudare perché prendi freddo e poi ti ammali, non devi giocare nel fango perché ti sporchi, devi stare composto a tavola. Infine devi essere grato e riconoscente anche se non sei felice.

Le cose non cambiano molto quando si cresce: devi essere un bravo lavoratore, un ottimo marito o una moglie perfetta, ad ogni modo sempre all’altezza dei desideri di qualcun altro. Così cresce il divario fra l’immagine che ci siamo creati per essere all’altezza delle altrui aspettative e quello che realmente vorremmo essere. Quando questa distanza diventa eccessiva, il malessere interiore risulta insopportabile e a volte può condurre a gesti estremi.

Credo sia fondamentale fermarsi ogni tanto e chiederci quali siano i nostri reali bisogni, desideri e aspettative, cercando di capire se invece stiamo continuando ad inseguire ciò che è stato delineato da altri. Una consapevolezza che nasce quasi sempre dopo un malessere e un viaggio dentro se stessi, quando finalmente riesci a darti il permesso di essere meravigliosamente incoerenti, imperfetti, ma fedele alle proprie virtù, anche con il rischio di deludere chiunque ci voleva differente.