LA VIOLAZIONE DELLA DIGNITA’ UMANA

Ha fatto scalpore il recente procedimento che aveva ad oggetto dei maltrattamenti nei confronti di una giovane donna bengalese da parte del marito per il quale è stata chiesta l’archiviazione perchè tali condotte (che implicitamente sono state ammesse) rientrerebbero nel campo dei reati “culturalmente orientati”, cioè di condotte tollerate dalle leggi o dalle tradizioni del Paese di provenienza.
Si è inoltre letto sulla stampa che la ragazza (in Italia dall’età di 4 anni) avrebbe subito ricatti e violenze psicologiche fin da bambina.
Quindi, dopo aver trovato la forza ed il coraggio necessari per affidarsi alla giustizia, questa donna viene tradita da quel sistema al quale ha chiesto aiuto.
Ma c’è molto di più.
Questo approccio tradisce le aspettative di chi viene a trovarsi in un Paese che dovrebbe rappresentare un modello socio culturale più avanzato rispetto a quello di provenienza, dove trovare quelle tutele che altrove non sono garantite.
Inoltre, si dimostra la fragilità di un sistema che, anzichè difendere con orgoglio le proprie conquiste irrinunciabili, è pronto a sacrificarle accettando una revisione al ribasso quasi temendo di apparire poco “inclusivo” nel momento in cui certe tradizioni culturali venissero messe al bando.
Il vero rischio è la fine di quel modello culturale che pensavamo fosse un riferimento certo, che mostra tutta la sua fragilità quando sarebbe invece necessario difenderlo con tutte le energie disponibili.
In alcuni Paesi è prevista la lapidazione per punire l’adulterio… quindi ?