LA MARGHERITA

“Cosa devo fare per diventare vostra amica?” chiese un giorno una margherita a un papavero. Lei era nata in un campo di papaveri, cresciuta sola, triste, ai margini.

“Devi essere un papavero”.“Ma io non sono un papavero, non posso essere lo stesso vostra amica?”.“No, i papaveri stanno con i papaveri e le margherite con le margherite”.La margherita sconsolata si guardò attorno e vide che c’erano dei petali rossi vicino a lei, sicuramente appartenuti a qualche papavero. Quindi li prese e li adagiò sopra ai suoi petali.“Ora posso essere vostra amica?”.“Sei ridicola, non ti sei accorta che il vento ti sta già svestendo? Non puoi fingere di essere ciò che non sei. Se sei nata margherita, morirai margherita. Non sarai mai un papavero come noi”.Poi un giorno un uomo con una grossa macchina fotografica si avvicinò al campo. La margherita sì vergognò immensamente di se stessa, sapeva di essere un anonimo puntino bianco su un sfondo rosso sfavillante.“Ciao piccola, sei bellissima, qui in mezzo spicchi come un vero diamante. Ora ti scatto una foto, ti metterò sulla mia rivista in copertina” disse l’uomo rivolgendosi alla margherita.La margherita non sapeva cosa fosse una rivista né tantomeno una copertina ma di diamanti ne aveva sentito parlare spesso e di una cosa era certa: il diamante doveva essere qualcosa di davvero molto prezioso. Quando l’uomo si piegò per accarezzare i suoi petali la margherita capì molte cose.Il giorno seguente il papavero disse alla margherita che potevano essere amici, che poteva entrare a far parte del gruppo, che l’avrebbero considerata un papavero come loro. Lei allora rispose: “No, grazie, ma preferisco essere considerata per quello che sono: una margherita. Avevi ragione, se nasci margherita non puoi diventare un papavero. Ma sai una cosa? Sceglierei altre mille volte di nascere margherita in mezzo a voi perché gli occhi non si soffermano mai su ciò che è tutto uguale ma sulla diversità, perché alla fine la vera bellezza, l’essere prezioso, sta dentro le cose rare.”