A PROPOSITO DI SQUID GAME

Quello che manca ai bambini non è tanto la dialettica del divieto o non divieto, ma la presenza di qualcuno vicino che stia lì a spiegare che cosa si vede, perché le persone fanno quelle cose, e soprattutto a marcare nettamente il confine fra realtà e finzione.

I bambini passano una quantità impressionante di tempo da soli. Totalmente da soli. Con un cellulare in mano. Non sto a elencare le tonnellate di scene violente dei cartoni animati che mi hanno appassionato da piccino, da L’uomo tigre a Ken il guerriero: e forse anche allora qualcuno avrà pericolosamente imitato quello che vedeva in tv.

Ciò che c’è di diverso, però e che oggi preoccupa di più sono due cose:– La quantità di roba che un bambino può trovare (noi ce la sognavamo)– L’assenza di qualcuno che sappia fare da filtro. Il dramma non sono i bambini che si danno gli schiaffi perché guardano Squid Game e riproducono la versione violenta di un due tre stella: il dramma sono i bambini lasciati tutto quel tempo da soli senza nessuno che dia loro degli strumenti minimi di comprensione. Il dramma è che non esista un limite, anche banalmente di tempo, in cui si può stare davanti a uno schermo. Enrico Galiano