EMERGENZE SENZA VOCE

Da più di un anno leggiamo tutti i giorni gli stessi titoli accompagnati da numeri che ne sottolineano la gravità. Ben poche parole vengono invece dedicate ad altre emergenze che purtroppo vengono sottovalutate o addirittura trascurate del tutto. Sono infatti in notevole aumento i disturbi psicologici: l’ansia, la depressione, i disturbi alimentari, le dipendenze… Stanno aumentando anche i casi di autolesionismo e di suicidio. Troppa solitudine e isolamento generano un aumento di rabbia, rancore e a volte addirittura odio per il prossimo. I bambini non sorridono più dopo che gli abbiamo rubato troppo tempo della loro infanzia invadendo il loro spazio con atteggiamenti e messaggi carichi di paura e sfiducia, mentre abbiamo lasciato gli adolescenti da soli in compagnia di un comodo schermo. La didattica a distanza sta inducendo molti ragazzi a vivere con forte disagio il ritorno tra i banchi. A questo si aggiungo i problemi economici per le famiglie che vivevano grazie a quelle attività che non ce l’hanno fatta ed hanno chiuso. Sempre più persone si sentono abbandonate, aumenta nel tempo la difficoltà a riporre fiducia nel futuro e la progettualità lascia il posto alla rassegnazione. Pochissimi gli aiuti economici che assomigliano più ad una avara beneficenza che ad un sostegno per avviare la ripresa. Possiamo infine aggiungere l’assenza degli abbracci, degli incontri familiari e di tutta una socialità che rischia di non essere più desiderata come parte essenziale della vita, ma temuta come un pericolo. Tutte queste sono le emergenze senza voce, che non fanno “audience” e che rischiano di diventare una terribile normalità..