QUANTO E’ FORTE IL RUMORE DEI “SEGRETI FAMILIARI”?

Sono in pochi a conoscerli, tenuti nascosti da sempre per vergogna, imbarazzo, sensi di colpa e timore dei giudizi.
Ciascuno porta con se’ il timore di sconvolgere il sistema familiare e così, spesso con l’illusione di proteggere, si sceglie il silenzio.
Questo silenzio parla però con un’altra lingua, facendo emergere le incongruenze tra ciò che viene raccontato e certi atteggiamenti, lasciando la sensazione che “qualcosa non torni”.
Poi con il tempo si impara a non chiedere, a non sollevare certi argomenti, alimentando dei veri e propri tabù; ma è un silenzio che nel tempo potrebbe esplodere, in una famiglia dove la comunicazione è bloccata.
I segreti familiari si possono tramandare da una generazione all’altra, si pensa fino a tre o al massimo quattro, attraverso i non detti e i miti familiari che rappresentano un sottile filo conduttore.
Ad ogni modo esiste sempre un membro della famiglia che ha il mandato di rivelare “il segreto”, solitamente attraverso lo sviluppo di certi sintomi.
Spesso lavorare sul proprio genogramma permette di cogliere le questioni lasciate in sospeso dalle precedenti generazioni, di elaborare certe situazioni e problemi congelati nel tempo che rappresentano un peso invisibile che inconsciamente viene trasmesso.
Svelare un segreto è come liberarsi di una zavorra tenuta sulle spalle da troppo tempo, nonostante non si possa rivelare a chiunque, né chiunque è in grado di ascoltarlo.
Dostoevskij scriveva: ”Ogni uomo ha dei ricordi che racconterebbe solo agli amici. Ha anche cose nella mente che non rivelerebbe neanche agli amici, ma solo a se stesso, in segreto. Ma ci sono altre cose che un uomo ha paura di rivelare persino a se stesso e ogni uomo perbene ha un certo numero di cose del genere accantonate nella mente”.