QUANDO IL CIBO DIVENTA UN POTENTE REGOLATORE DI EMOZIONI
Intorno al cibo ruota gran parte della nostra vita: attraverso il cibo passano l’affetto, le relazioni sociali e familiari che si alimentano a tavola, i momenti di festa e aggregazione.
L’alimentazione è molto più di un semplice bisogno fisiologico, avendo assunto sempre più il ruolo di un regolatore di emozioni e generando abitudini e comportamenti che in alcune persone possono diventare terreno fertile per l’instaurarsi di disturbi o problematiche.
Capita che i cibi sostituiscano un affetto o colmino un vuoto, con un effetto anestetizzante che aiuta a distaccarsi dalla realtà, sopperendo alle insoddisfazioni e trasformandosi in un sedativo contro l’angoscia.
Altre volte fanno sentire sbagliati per essere caduti in tentazione, oppure per non averli meritati, generando veri e propri sensi di colpa.
Il rapporto tra cibo ed emozioni è spesso determinato oltre che dalle relazioni sociali, anche da aspetti culturali e familiari, rafforzando un vero e proprio senso di appartenenza e di identità.
In alcuni casi il cibo è un premio “se sei bravo ti compro…” ,
altre volte è una forma di riconoscimento dell’altro “l’ho fatto apposta per te..”, spesso è qualcosa che rafforza o limita i legami sociali a prescindere dalle reali sensazioni di fame o sazietà.
In altri casi invece è una punizione “a letto senza cena…”, oppure “guai a te se non finisci tutto..!”
Alcuni imparano così a regolare le emozioni attraverso una modalità disfunzionale di utilizzo del cibo, come strumento di allontanamento dai problemi, oppure come temporanea soluzione perché il cibo soddisfa, gratifica e non delude mai.
Da alleato però a volte diventa nemico, quando si è combattuti tra il gusto di assaporare ed il timore di perdere il controllo.
Così la consapevolezza e la conoscenza di se stessi diventano le chiavi per comprendere quei meccanismi che nel tempo possono originare pensieri, messaggi e comportamenti a volte disfunzionali, che stanno alla base dei disturbi alimentari.
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