SPUNTI DI TERAPIA: UN “VESTITO” SU MISURA

Da bambini si fanno delle cose perché ci dicono che è giusto farle, poi da adolescenti si fa il contrario di ciò che viene suggerito solo per spirito di contraddizione, per affermare sé stessi, in contrapposizione a chi vuole darci delle regole.
Entrambe queste modalità testimoniano però una forma di dipendenza dall’altro: in un caso in modo diretto ed evidente, nell’altro come bisogno di avere delle regole da trasgredire.
C’è poi una terza fase, quella della scoperta di se stessi, delle proprie potenzialità, risorse e limiti che dovrebbero guidare a scegliere autonomamente, cercando di perseguire unicamente ciò che è meglio per sé .
È il momento in cui si da ascolto ai propri bisogni, desideri e aspettative e gradualmente si prende coscienza che gli obiettivi possono essere differenti da quelli che fino a quel momento sono stati in qualche modo assegnati da altri, e che abbiamo accettato spesso per compiacere, per non deludere, per sentirsi amati.
Quando si riesce a dar voce alle scelte importanti della vita, allora si può dare una svolta significativa al proprio percorso. Un cambiamento che però porta con sé anche delle nuove responsabilità, dato che in questa cornice è necessario non trovare scuse, ma soluzioni, quelle che vanno bene a noi e non alle aspettative degli altri.
Forse qualcuno resterà deluso, in particolare chi aveva investito su di noi, chi attendeva che realizzassimo i loro sogni.
In realtà non si potrà mai essere felici nel realizzare il progetto di un altro.
E nel momento in cui si raggiunge questa consapevolezza e la forza per non lasciare che i desideri degli altri ci distraggano dai nostri obiettivi, potremo ritenerci fortunati di aver indossato l’abito che ci siamo costruiti su misura.