NON POSSO, NON HO TEMPO !
“Non ho tempo , non posso, è tardi, sono di fretta , proprio non ce la faccio!!!”
Siamo sicuri che sia sempre vero?
Da cosa nasce il bisogno che a volte abbiamo di nasconderci dietro a queste frasi?
A volte rappresentano una scusa per non fare qualcosa che non ci piace, oppure sono un modo gentile per declinare un invito. Altre volte diventano lo strumento per dire agli altri, ma soprattutto a noi stessi, che siamo molto occupati in questioni più importanti al punto che qualsiasi altra cosa perde di valore.
È anche un modo per attribuire la responsabilità delle cose non fatte a fattori esterni: io vorrei, ma il poco tempo non me lo permette …
Sicuramente il lavoro, la famiglia, e la routine in generale scandiscono la nostra giornata in maniera tale da avere poco per inserire altri impegni. Ma è proprio sempre così ? O abbiamo bisogno di tutelarci dalla possibilità di sentirci dire frasi “terribili” del tipo: “Beato te che non hai niente da fare…” oppure “Beato te che hai un sacco di tempo libero” ?
Come se fossero delle gravi offese da cui difendersi e quindi ci sentiamo in dovere di mostrarci sempre occupati in qualcosa, sulla base di un modello che attribuisce maggior valore a chi ha meno tempo libero e spinge chi ne ha a doversi giustificare.
Se in una settimana non riusciamo a trovare qualche ora per noi, che rapporto abbiamo con noi stessi , che priorità diamo al nostro corpo e al nostro benessere complessivo?
Che cosa ci ha portato progressivamente, e forse inconsapevolmente, a sentire il bisogno di riempire la giornata lasciando sempre meno tempo per ascoltare noi stessi, i nostri bisogni e desideri?
Che immagine diamo ai nostri figli del mondo degli adulti dove non si è liberi di programmare una pausa se non per cause di forza maggiore? Ci siamo mai chiesti se potrebbero sentirsi loro stessi degli “ impegni” da far rientrare nella nostra agenda quotidiana? Magari troviamo il tempo per accompagnarli a danza, a nuoto, a catechismo e a tutte le altre attività, ma difficilmente trasmettiamo il desiderio di trascorrere del tempo insieme a prescindere dall’orologio, rischiando anche di trasmettere il messaggio che si fa solo quello che si deve e mai quello che si desidera.
Inoltre, se ho poco tempo devo fare le cose più in fretta e questo inevitabilmente genera ansia che a sua volta, se eccessiva, può essere un limite alla concentrazione ed al raggiungimento degli obiettivi.
In alcuni casi invece riempire il tempo è anche un modo per non pensare ad altro, a qualcosa di spiacevole o che per qualche ragione non siamo disposti ad affrontare, così mettiamo in atto un sistema di autodifesa che però, inevitabilmente, rimanda solo il problema.
Dovremmo anche riflettere sul fatto che se non si riesce a trovare mai il tempo per altro, come è possibile inserire qualcosa di nuovo e di piacevole nella nostra vita? Indirettamente è quindi come accettare di non cambiare, restando intrappolati dietro quel “non ho tempo…”, dal quale fatichiamo a liberarci anche per il timore di essere giudicati e criticati per aver rifiutato qualche modello o convenzione sociale.
Dovremmo imparare quindi a definire nuove priorità, ritagliando degli spazi per le cose ci piacciono, o solo per sentirci liberi di pensare e coltivare i nostri sogni e desideri, magari anche per affrontare le questioni più spinose che ci impediscono di liberare la mente e cogliere occasioni positive.
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