L’EREDITA’ ED IL LUTTO
L’eredità è un atto d’amore, un dono di affetti, ma anche una forma di riconoscimento e qualcosa che interroga su quello che siamo e su ciò che siamo stati per chi non è più con noi. Quando riceviamo qualcosa da una persona cara che ci ha lasciati, in realtà ci viene trasmesso molto di più rispetto alla cosa donata.
Molti conflitti che sopraggiungono tra eredi sono legati al risveglio delle preferenze sentimentali di colui che dona a favore dell’uno e a detrimento dell’altro: l’eredità può risvegliare rivalità sopite, gelosie, rancori rimossi, a volte anche odi. Con la sua grande forza simbolica può trasformarsi in un regolamento di conti, l’ultimo che si ha a disposizione.
Al contrario, quando l’erede si sente riconosciuto allora gli viene garantito un posto nella discendenza, che ne rafforza anche l’identità.
Donare una casa o un oggetto significa spesso affidare qualcosa a chi è stato scelto affinché la memoria non si perda. Per alcuni possedere la casa ricevuta in eredità è un po’ come rifiutare la morte della persona cara, mentre per alcuni trasformare la casa o venderla serve ad accelerare l’elaborazione del lutto, che termina solo quando si riesce a costruire un nuovo progetto e si torna a godere della vita. Questi processi a volte sono particolarmente faticosi e chiedere aiuto può risultare difficile.
C’è poi l’eredità psicologica che dai nonni passa ai genitori e da questi ai figli e così via, non ha bisogno di oggetti da tramandare e possiamo affrontarla solo con noi stessi , nella consapevolezza che ogni umano diventa eterno perché costituisce un anello immortale tra le generazioni.
È proprio con la morte che iniziamo a capire molti aspetti della vita di coloro che non ci sono più. Abbracciamo una comprensione più profonda, una diversa indulgenza nel giudizio, anche perché il fatto di non avere più accanto i nostri cari ci spinge ad indagare meglio sui motivi di certi comportamenti e scelte che, fino a quel momento, sembravano incomprensibili o contraddittorie.
Si percepisce inoltre la mancanza come un “mai più” di quella protezione e di quel sostegno che, in un modo o nell’altro, sono sempre stati presenti nella nostra vita.
In realtà si tratta di un’assenza che è anche presenza e poi… comprendi che realmente loro vivono in te: alcune parole, caratteristiche, modi di fare e spesso di pensare diventano i propri, i consigli ripetuti cento volte continuano ad essere ripetuti e diventano nostre “manie”, che quando ce ne rendiamo conto ci fanno sorridere o scuotere la testa, perché è così che li riconosciamo.
E’ questa in fondo l’eredità che porteremo sempre dentro di noi e che fa rivivere la persona cara.
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